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CONSIGLIO COMUNALE
Il PGT e lo tsunami di cemento
Il colpo di mano della maggioranza, l'occupazione dell'aula, il compromesso.
Franco Isman


il sindaco mariani
foto de Il Cittadino - la foto si riferisce ad altra seduta del consiglio

Arengario con le puntuali cronache di Armando Pioltelli (Armando uniti si vince), spesso unico giornalista con la costanza di seguire fino all'ultimo i lavori del Consiglio, ha sempre e tempestivamente informato dei dibattiti, delle manovre, delle deliberazioni che ivi si consumavano.

Vediamo comunque di ricapitolare la situazione relativamente alla gravissima determinazione di questa maggioranza di rivoluzionare completamente il PGT voluto dalla giunta Faglia (con la regia dell'architetto Alfredo Viganò, assessore all'urbanistica) ed approvato obtorto collo dall'attuale maggioranza con la dichiarata intenzione di Paolo Romani, proconsole di Berlusconi e assessore all'urbanistica, di rivoluzionarlo totalmente utilizzando per lo sviluppo della Città anziché le aree dismesse le aree agricole. E come il cosiddetto processo breve, con i termini di prescrizione drasticamente accorciati, oltre a salvare Berlusconi distruggerà decine di migliaia di procedimenti in corso e la sete di giustizia di altrettante persone, così per far accettare la trasformazione in edificabile della Cascinazza ha concesso la stessa cosa a tutti i grossi immobiliaristi, che si erano nel tempo accaparrati le aree. Alla faccia del bene comune.

Nella seduta del 20 aprile scorso il consiglio comunale prendeva in esame gli aspetti preliminari e le modalità della discussione in aula della “variante al PGT” .
Gli emendamenti di FL (Forza Lombarda) non venivano ammessi in quanto presentati dopo il limite delle ore 12 del 24 marzo fissato (ma senza averne i poteri) dai capigruppo, e saranno ammessi successivamente.
Veniva comunicato che, emendamenti di FL a parte, erano stati presentati 2656 emendamenti di cui 1154 ritenuti non idonei dagli organi tecnici. La minoranza contestava la non omogenea applicazione dei criteri di ammissibilità.
Alla fine l'Aula votava all'unanimità una mozione del capogruppo di maggioranza Giuliano Ghezzi che recepiva i criteri sulle modalità di discussione e votazione degli emendamenti, proposti in sede di riunione dei capigruppo e che ricalcavano esattamente quelli adottati nella precedente legislatura: cinque minuti di presentazione e cinque di replica, esame degli emendamenti ammessi «in ordine cronologico di presentazione, nonché ordinati per singolo “documento”… (gli emendamenti della maggioranza saranno “spacchettati” per poterli esaminare in riferimento ai singoli “documenti” della variante al PGT)». Da rimarcare come questa decisione unanime, ripetiamo su proposta della maggioranza, è stata presa avendo tutti gli elementi per valutare la sostanza degli emendamenti presentati dalla minoranza ed anche il tempo che sarebbe stato necessario: 1502 emendamenti validi (senza considerare quelli di FL e quelli “spacchettati” della maggioranza) a 15 minuti l'uno (5+5 discussione e successiva votazione) significano 375 ore e cioè almeno 120 sedute di consiglio, 40 settimane, un anno tolte le ferie.

La minoranza ritiene questo PGT, voluto da Berlusconi in primo luogo e poi dai grossi immobiliaristi, con lo tsunami di cemento che determina, come addirittura tragico per la Città che diventerebbe invivibile con il forte aumento del traffico e dell'inquinamento. Sta quindi facendo tutto il possibile per contrastare questa iattura adottando anche, per quanto possibile, tecniche ostruzionistiche. CP in particolare ha presentato alcune centinaia di emendamenti “in cascata”: il primo, in un determinato “ambito”, chiede un indice di edificabilità molto basso per esempio 10 mq di superficie lorda al posto dei 25 mq previsti dalla variante, il secondo di 11, poi 12…fino a 24; viene presentato il primo (5 minuti), l'assessore lo boccia, replica (5 minuti) votazione… un quarto d'ora. Se gli emendamenti in cascata sono quindici ci vogliono quasi quattro ore, a meno che l'assessore a un certo punto accetti la diminuzione proposta, come è anche avvenuto.
Un impegno enorme per i consiglieri di CP (Faglia e Viganò in particolare) costretti a ripetere innumeri volte i motivi della richiesta di diminuzione della superficie lorda, frustrazione e rabbia per sindaco e maggioranza che non avevano fatto i calcoli di cosa i 1502, emendamenti superstiti, circa 1700 con quelli di FL, significassero. Rabbia esplosa con vergognosi comportamenti del sindaco che ha insultato pesantemente i consiglieri di minoranza, dopo aver spintonato un paio di settimane fa una consigliera sul balcone del municipio.

Nella seduta del primo giugno, dopo alcuni consigli andati deserti e quelli del 23, 24 e 26 maggio in cui si erano approvati 50 emendamenti sui circa 1700, il presidente Inga propone, e la maggioranza delibera, di invertire, per gli emendamenti seriali, l'ordine di discussione rispetto a quello di presentazione in modo che, approvato con modesto sacrificio quello che propone il valore più alto automaticamente decadono quelli di valore inferiore, nell'esempio sopra riportato approvare l'emendamento che propone 24 rispetto ai previsti 25 ed eliminare contemporaneamente tutti gli altri con i valori di 23, 22,…10: l'uovo di Inga !
Ma qui avviene quello che il bravo cronista Pioltelli paragona alla vittoria di Annibale a Canne: Faglia presenta l'emendamento con il valore più alto (24 nell'esempio), secondo il nuovo schema imposto dalla maggioranza, parla per 5 minuti, l'assessore CLERICI lo accoglie, FAGLIA replica per 4 minuti e 30 secondi e poi annuncia il ritiro dell'emendamento...
«A questo punto CLERICI è sbiancato – racconta Pioltelli - il presidente passava all' emendamento successivo senza rendersi conto di essere stato messo in scacco… Il sindaco si rivolgeva ai consiglieri di CP con la frase “fate schifo”».

Nella seduta del 6 giugno nuova variazione alle regole deliberate, proposta da Inga e imposta dalla maggioranza: per gli emendamenti seriali, di cui già era stata imposta la discussione in modo decrescente, nel caso l' assessore accolga l'emendamento il presentatore non può replicare ulteriormente ma soltanto dichiarare se accetta o ritira l'emendamento. Un taglio alla metà del tempo di discussione.

Ma questo non basta ancora, il 7 giugno il capogruppo di maggioranza Giuliano Ghezzi, venuto il turno di discussione di un suo emendamento, chiede di riaccorpare il mega emendamento che era stato spezzettato, su proposta degli uffici, in tanti emendamenti separati in quanto toccavano tutto il documento di piano, i 6 poli e i 38 ambiti.
Le minoranze con una decina di mozioni, tutte votate per appello nominale e respinte,  hanno evidenziato che così non si rispettano le modalità decise all'unanimità dal consiglio, che questo mega emendamento è in pratica un subemendamento che le regole non prevedono, che non si rispetta  la discussione stabilita secondo l'ordine logico e cronologico, e infine che alcuni emendamenti sulla stessa materia sono stati già votati come per esempio i poli del policlinico, della cittadella dello sport: il mega emendamento cambia gli emendamenti già  accolti.
Niente da fare, la maggioranza dispone di 21 voti, il minimo necessario, se ne frega di quanto precedentemente concordato e votato e va avanti per la sua strada.
Il ri-accorpamento viene approvato e a mezzanotte e mezza, cioè oltre il termine di chiusura dei lavori, viene votato il mega emendamento (21 favorevoli e 1 astenuto, la minoranza ritiene il voto illegittimo e non vota). LA CASCINAZZA SI COSTRUISCE, per la prima volta c'è una delibera in tal senso, bravo Romano e bravo l'incredibile sindaco che ci ritroviamo.
La seduta si chiudeva al grido di VERGOGNA, VERGOGNA, VERGOGNA ! Il consigliere Scanagatti (PD) comunicava fuori microfono l'occupazione dell'aula per difendere la città dalla colata di cemento e annunciava che da ora in poi si sarebbe tornati al regolamento e le sperimentazioni sulle sedute sistematiche sarebbero decadute, da ora in poi gli accordi fatti tra gentiluomini non esistevano più, guerra istituzionale.

***
Dopo questo forte episodio di rottura,l'opposizione ha occupato l'aula consiliare fino alle tre del mattino, poi se ne è andata a casa anche in considerazione dei dipendenti comunali e delle forze dell'ordine che ne subivano le conseguenze, il giorno successivo si sono susseguiti contatti e trattative fino ad una riunione serale dei capigruppo.

Quali erano le strade percorribili ?
Sindaco, presidente del consiglio comunale e maggioranza avevano non soltanto dimostrato la loro assoluta inaffidabilità non peritandosi di cambiare in corso d'opera, di prepotenza, a colpi di maggioranza e per tre volte consecutive le regole di presentazione e votazione degli emendamenti al PGT ma, così facendo avevano commesso, a parere delle opposizioni, numerose illegalità.
Fra l'altro è fatto obbligo a chi è interessato ad una determinata variante di astenersi dalla votazione, cosa impossibile con il megaemendamento, per cui si saranno probabilmente verificati un certo numero di casi di incompatibilità che inficerebbero la validità della delibera.
Vi erano diverse possibilità per far annullare la delibera facendo ricorso:
  • allo stesso presidente del consiglio comunale mettendolo di fronte alle sue responsabilità di garante;
  • al comitato dei garanti composto da cinque membri, due di minoranza e tre di maggioranza, ma di questi uno era di FL ed aveva votato con le opposizioni contro le delibere della maggioranza;
  • al prefetto;
  • alla giustizia amministrativa TAR e Consiglio di Stato.
Si sarebbe ottenuto di bloccare la indecente delibera ? Non è sicuro ma esistevano buone possibilità.

Invece le opposizioni hanno preferito concordare con la maggioranza che l'accorpamento del mega emendamento, comprensivo della Cascinazza, sarebbe stato accettato senza alcun ricorso, che gli emendamenti cassati dal blitz sarebbero stati ripescati e che, se abbiamo capito bene, sarebbero stati eliminati gli emendamenti cosiddetti seriali.
Tanto rumore per nulla.
La maggioranza ha portato a casa il megaemendamento con l'edificabilità della Cascinazza e molto probabilmente farà la stessa cosa con gli altri due megaemendamenti attualmente “spacchettati”, in cambio di cosa ?
Se la minoranza ha fatto bene i suoi calcoli ed è sicura che anche in questo modo, con gli emendamenti superstiti da discutere (oltre 600) la maggioranza non sarà comunque in grado di concludere l'iter del PGT prima della sua scadenza potrebbe anche aver ragione.

I consigli comunali sono regolarmente ripresi il giorno 10 giugno con una seduta dedicata al rendiconto di bilancio 2010 mentre la variante al PGT è stata “calendarizzata” per i giorni
14-15-16-17-20-21 giugno, “il cemento non può attendere” come chiosa sempre il nostro bravo Pioltelli

Franco Isman


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  11 giugno 2011